Diabete: la cura del futuro è su misura con medicina di precisione e intervento precoce

Al XXV Congresso AMD, nella sessione congiunta con EASD, presentate nuove evidenze sull’importanza di intervenire già nelle fasi iniziali dell’iperglicemia: anche alterazioni glicemiche riconducibili al prediabete aumentano del 24% il rischio cardiovascolare. Fondamentale riconoscere i profili individuali della patologia per scegliere la terapia più efficace, tenendo conto anche delle differenze etniche e biologiche.

Bologna, 17 ottobre 2025 – Dalla prevenzione alla remissione, il futuro della cura del diabete passa per un approccio personalizzatoprecoce e integrato, in cui i nuovi farmaci e la migliore gestione delle complicanze della malattia, ne stanno cambiando la storia naturale. Il tutto senza perdere di vista la correzione dell’iperglicemia che resta uno dei capisaldi della prevenzione degli eventi cardiorenali. Questo il focus della sessione congiunta tra Associazione Medici Diabetologi (AMD) e European Association for the Study of Diabetes (EASD), durante la terza giornata di lavori del XXV Congresso Nazionale AMD, in corso a Bologna fino a domani.
 

“Il diabete di tipo 2 è una malattia eterogenea,” spiega Francesco Giorgino, Professore Ordinario di Endocrinologia all’Università di Bari e Presidente eletto dell’EASD. “I meccanismi che portano all’aumento della glicemia sono infatti molteplici e diversi da paziente a paziente: questa consapevolezza oggi ci impone di andare oltre il concetto di ‘one size fits all’. Oggi disponiamo di strumenti terapeutici che vanno ben oltre il controllo glicemico e che permettono persino di ottenere una remissione del diabete, cioè un ritorno a valori di glicemia normali. È uno scenario fino a pochi anni fa impensabile. Ma la sfida vera è capire chi risponde meglio a cosa: per questo stiamo lavorando a una medicina di precisione del diabete, capace di individuare i profili genetici, clinici e metabolici che predicono la risposta ai trattamenti. Infine, non dobbiamo dimenticare che il diabete di tipo 2 assume caratteristiche diverse anche tra popolazioni. L’EASD, infatti, sta lavorando a progetti internazionali per comprendere queste differenze e rendere la cura del diabete davvero inclusiva e globale”.
 

“I nuovi farmaci hanno mostrato effetti benefici significativi su obesità e complicanze nei pazienti con diabete tipo 2,” sottolinea Giuseppina Russo, Professore ordinario di Medicina Interna presso l’Università di Messina e Coordinatrice Nazionale Annali AMD. “Ma non dobbiamo trascurare uno dei cardini della cura: la correzione dell’iperglicemia. In una recente pubblicazione degli Annali AMD, abbiamo dimostrato come nelle persone con diagnosi di diabete, anche valori di glicata a livelli poco al di sopra del range del prediabete le espongono ad un aumento del rischio di complicanze cardiovascolari del 24%. Questo significa che la partita si gioca nei primi anni, ancor prima della diagnosi vera e propria di diabete: la tempestività dell’intervento è la vera chiave per proteggere cuore, rene e vasi. Le linee guida internazionali ci ricordano che la correzione dell’iperglicemia è uno dei pilastri che sostengono l’intero ‘tempio’ della cura del diabete, insieme alle nuove terapie e alla gestione degli altri fattori di rischio. Tutti questi elementi devono avere la stessa dignità e la stessa forza, perché solo integrandoli possiamo davvero cambiare la traiettoria della malattia.”

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