Manovra. De Palma (Nursing Up): “Briciole per gli infermieri: politica continua a sottovalutare l’emergenza”

“Pochi fondi a disposizione, assunzione di 30mila infermieri che non ci sono : così il SSN non reggerà ancora a lungo”

ROMA 16 OTTOBRE 2025 – «Lo schema di utilizzo dei 2,3 miliardi aggiuntivi per la sanità contenuti nella Manovra mostra uno sforzo “importante” da parte di questo Governo, di cui prendiamo atto e in relazione al quale riconosciamo a pieno titolo l’impegno del Ministro Schillaci. Ma entriamo nel dettaglio dei numeri, perché i numeri parlano più delle parole», esordisce Antonio De Palma, Presidente del sindacato Nursing Up.

Ecco le voci principali della manovra che emergono in queste ore attraverso gli organi di informazione:

• Assunzioni: 840 milioni già dal 2026 per circa 30mila nuovi infermieri. La spesa salirà a 1,1 miliardi nel 2027 e quasi 2 miliardi nel 2028.

• Indennità di specificità: 180 milioni l’anno fino al 2028 (la cifra viene indicata espressa richiesta dei medici). Poi si aggiunge anche che ci sarà un aumento dell’indennità anche per gli infermieri di 110 euro lordi. Non è chiaro se sono inclusi in questa cifra.

• Prevenzione: 700 milioni nel 2026, che diventeranno 1 miliardo all’anno nel 2027 e 2028, per ampliare gli screening e introdurre nuovi controlli, anche sulla sicurezza del lavoro.

• Assistenza domiciliare: 150 milioni, che saliranno a 280 milioni nei due anni successivi. Una cifra comunque molto più bassa delle stime iniziali, che erano 4-5 volte superiori.

• Salute mentale: 80 milioni.

• Malattie rare: 60 milioni.

• Farmacia dei servizi: 70 milioni.

• Rete ospedaliera di eccellenza: 20 milioni.

• Cure palliative: 10 milioni.

• Aumento tariffe ospedaliere: 550 milioni a partire dal 2027.

L’ANALISI DEL NURSING UP

«Se queste cifre verranno confermate, il Governo e il Ministro Schillaci fanno finalmente dei passi  . Ma il punto vero è: prima di tutto dove troveremo 30mila infermieri? Siamo in una condizione di carenza strutturale di 175mila unità rispetto agli standard europei. I concorsi spesso restano deserti, le università non formano abbastanza studenti, e troppi infermieri scelgono di emigrare all’estero attratti da stipendi e condizioni migliori.

Gli aumenti annunciati, seppur utili, restano irrisori rispetto al fabbisogno reale e non bastano da soli a rendere la professione attrattiva».

IL DOVEROSO INTERROGATIVO SUI 180 MILIONI DESTINATI AGLI AUMENTI DELLE INDENNITA’

«È qui che nasce – osserva De Palma – un doveroso interrogativo: ovvero se corrisponde al vero ciò che riportano i media, e quindi che 180 milioni è la cifra complessiva delle risorse che la manovra destinerà per l’aumento delle indennità, e se è vero che questi numeri riguardano una espressa richiesta dei medici. Dal momento che però viene indicato anche un aumento di indennità di 110 euro lordi al mese per ogni singolo infermiere, vorremmo comprendere da dove viene fuori questo incremento, ovvero se è compreso nei 180 milioni dei medici o rientra in altre cifre. È un passaggio poco chiaro che rischia di alimentare aspettative irrealistiche. Chiediamo al Governo chiarezza immediata su questo punto. Al tal proposito è bene ricordare che in passato, con ben 335 milioni stanziati, si arrivò per gli infermieri a una indennità di circa 73 euro al mese, che netti sono diventati poco meno di 50 . Ci è sfuggito forse qualcosa? ».

LA PROPOSTA DEL SINDACATO

«Oltre a risorse reali , sufficienti e tangibili, è urgente aprire alla libera professione per infermieri e ostetriche, così da poter sfruttare appieno le competenze e la disponibilità dei professionisti già in servizio, dando più risposte ai cittadini e riducendo le liste d’attesa. È l’unico modo concreto per valorizzare davvero le risorse che abbiamo in casa. I professionisti che abbiamo già a disposizione non potranno che dare ossigeno alle strutture della sanità di prossimità e alle Rsa, senza dimenticare le necessità del Piano della Missione 6 del Pnrr, la Missione Salute, per il quale occorrono entro il 31 dicembre 2026 ben 50mila infermieri di famiglia. Dove reperire queste forze se non attingendo alle eccellenze che abbiamo già a disposizione?».

RIFLESSIONI FINALI

«In attesa di una risposta del Ministro Schillaci, a cui come sindacato delle professioni sanitarie abbiamo chiesto un confronto “de visu” anche per discutere di queste cifre, è indiscutibile che i cittadini hanno bisogno più che mai di fatti. Non bastano numeri sulla carta: senza un piano realistico di reperimento del personale e senza una riforma coraggiosa che includa la libera professione, la sanità italiana rischia di restare ostaggio delle sue promesse», conclude De Palma.

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