“Il costo delle case di riposo per anziani in Italia è diventato un vero e proprio ostacolo per molte famiglie, che si trovano a dover scegliere tra la qualità dell’assistenza e la sostenibilità economica. E non si tratta solo di cifre: dietro ogni decisione c’è un carico emotivo, una responsabilità morale e spesso un senso di impotenza. Oggi il costo medio mensile di una casa di riposo privata infatti è molto elevato, e anche le strutture pubbliche o convenzionate, pur essendo meno onerose, presentano liste d’attesa lunghissime e criteri di accesso complessi. Questo significa che, nella pratica, molte famiglie non hanno alternative reali. In questo contesto, il problema è duplice: da un lato, l’Italia è uno dei paesi con la popolazione più anziana d’Europa, e dall’altro, il sistema di assistenza non è ancora adeguato a sostenere questo cambiamento demografico. Le famiglie spesso si trovano a dover colmare le lacune del sistema, affrontando spese ingenti per garantire ai propri cari una vita dignitosa. Inoltre, il costo non si limita al vitto e all’alloggio. Le cure specialistiche, la fisioterapia, le visite mediche esterne e persino alcune attività ricreative comportano spese aggiuntive. E se l’anziano è non autosufficiente, il livello di assistenza richiesto aumenta, così come il prezzo. Certo, esistono agevolazioni regionali, contributi comunali e strumenti come l’ISEE sociosanitario, ma spesso non bastano o sono difficili da ottenere. La burocrazia può diventare un ulteriore ostacolo, proprio quando la famiglia ha bisogno di risposte rapide e soluzioni concrete. Inoltre, il costo troppo alto delle case di riposo non è solo una questione economica: è una questione sociale, etica e politica. Significa chiedersi che valore diamo alla vecchiaia, alla cura, alla dignità. E forse, significa anche ripensare il modello di assistenza, investendo in soluzioni più accessibili, più flessibili e più umane. Cosa fare dunque? Serve una risposta collettiva: politiche più inclusive, modelli di assistenza alternativi e un cambiamento culturale che metta al centro la persona anziana, non come un peso, ma come una risorsa da rispettare e proteggere. Perché il valore di una società si misura anche da come tratta chi ha già dato tutto”.
Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale di Accademia Iniziativa Comune e presidente della associazione Bandiera Bianca