UICI-Asl Cuneo1. Progetto su Disabilità e inclusione con video che racconta come accogliere in ospedale persone cieche e ipovedenti

Un video per spiegare, attraverso esempi concreti e quotidiani, come accogliere al meglio le persone con disabilità visiva quando arrivano in ospedale. È questo uno dei risultati del progetto di sensibilizzazione che ha coinvolto l’UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) di Cuneo (in collaborazione con la Presidenza UICI Piemonte) e l’Asl Cuneo 1.

Quando una persona cieca o con gravi minorazioni visive arriva in una struttura sanitaria o in un centro di cura, spesso si trova a disagio, perché deve muoversi in spazi ampi e complessi, che non conosce, ma anche perché, in assenza di controllo visivo, può avere difficoltà nel comprendere esattamente che cosa gli sta accadendo, che cosa deve fare e come funziona il percorso terapeutico. Bastano però pochi e semplici accorgimenti per risolvere ogni problema. Ecco perché è fondamentale lavorare sulla formazione del personale sanitario e di tutte quelle professionalità che ruotano attorno al mondo della cura. Sono loro, infatti, a fare la differenza. 

Il filmato, presentato nelle scorse settimane, durante un incontro tenutosi presso l’ospedale di Mondovì, alla presenza dei principali artefici del progetto, intende diventare un punto di riferimento non solo per le strutture sanitarie della Provincia di Cuneo, ma per l’intera Regione. Concepito come una serie di “pillole”, il video prende in esame diversi contesti – dall’accettazione allo sportello all’accompagnamento nella struttura ospedaliera, fino agli esami diagnostici – mostrando, per ogni situazione, quali sono gli atteggiamenti da evitare e quali, invece, le buone pratiche da adottare. 

Rivolgersi direttamente alla persona disabile, anticipare le azioni con descrizioni verbali che aiutino a comprendere che cosa sta accadendo, soprattutto quando si devono eseguire operazioni sul corpo del paziente, evitare espressioni vaghe come “lì davanti” o “più in qua” (che, per chi non vede, hanno poco senso), porgere un braccio per accompagnare la persona, se necessario: ecco alcuni comportamenti che possono facilitare le relazioni di chi non vede con l’ambiente ospedaliero. 

Il video è stato possibile grazie a un gioco di squadra, che ha trasformato in “attori per un giorno” diversi protagonisti del processo di cura, chiamati a “interpretare se stessi” e contribuire al lavoro di sensibilizzazione insito nel progetto. Tra loro vi sono rappresentanti UICI (con diversi gradi di disabilità visiva), professionisti dell’Asl Cuneo 1, volontari AVO (Associazione Volontari Ospedalieri). Le indicazioni riassuntive sono a cura di Marco Rosso, tiflologo del Centro di Riabilitazione Visiva di Cuneo.

Link video YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=AUBtde-AR4M  

“Ringraziamo l’Asl Cuneo 1 per questa preziosa collaborazione. – sottolinea Nives Torta, presidente UICI Cuneo. – Siamo certi che, nelle strutture gestite dall’Azienda Sanitaria, gli accorgimenti descritti nel video diventeranno una pratica comune, con una serie di benefici non solo per le persone cieche e ipovedenti, ma per tutti i cittadini”. “La cultura dell’inclusione è fatta di tanti aspetti. Ciascuno deve fare la sua parte e il personale sanitario gioca un ruolo di primo piano – aggiunge il presidente regionale UICI, Franco Lepore. – C’è ancora molto da fare, ma, grazie anche a progetti come questo, oggi il mondo ospedaliero è molto più attento e ricettivo verso le esigenze delle persone disabili. Dobbiamo proseguire su questa strada, verso una società sempre più inclusiva, nella quale nessuno resti indietro”.  

Monica Rebora, direttore sanitario di Azienda dell’Asl CN1: “L’inclusività è un nostro imperativo morale. Lavorare in team su progetti condivisi con le associazioni di pazienti o di persone con disabilità ci consente di centrare gli obiettivi che ci poniamo. In primo luogo far sentire a “casa loro” i pazienti, soprattutto quelli che hanno difficoltà motorie, uditive o visive. 

Il progetto condotto in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti per l’accoglienza all’interno dell’ospedale di Mondovì è un esempio di buona pratica e aiuta a verificare e affrontare insieme le criticità dei percorsi.”.

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