Pallavolo come strumento riabilitativo psichiatrico: lunedi 20 ottobre evento sportivo al Palazzetto di Cuneo 

Cuneo, 13 ottobre 2025. Lunedì 20 ottobre presso il Palazzetto dello Sport di Cuneo si terrà la tappa/laboratorio cuneese del torneo di pallavolo “Pallavolmente”, un importante progetto della UISP (Unione Italiana Sport Per Tutti) con la partecipazione di molti Centri di Salute Mentale del Piemonte e di altre regioni (Valle d’Aosta, Emilia Romagna). Oltre alla partecipazione dei diversi Centri di Salute Mentale citati, sono previsti gli interventi delle giocatrici della Cuneo Granda Volley, di Michele Sembrano rappresentante del VBC di Mondovì, di Valter Fantino assessore allo sport del Comune di Cuneo, dei rappresentanti sezione UISP di Torino Pietro e Donatella Cinquino e di Andrea Barbieri del DSM ASL CN1. 

Il torneo si inserisce in una storia di attività sportive che trova le sue radici nei primi anni 2000. È da più di vent’anni, infatti, che la Comunità “Cascina Solaro” dell’ASL CN1 di Mondovì, grazie alle figure di Maurizio Cannizzaro e Bruna Liprandi, porta avanti un importante progetto sportivo che si concretizza nella pratica della pallavolo e nella creazione di una squadra mista operatori – pazienti, la “Tower Volley Mondovì”. Tale progetto ha poi incluso, nell’arco del 2024, anche il CSM e il Centro Diurno “Il Faggio Rosso” di Cuneo che a loro volta hanno costituito una propria squadra, i “CD’s Angels”, con il contributo delle operatrici Manuela Maglione e Daniela Cometto. Fondamentale, poi, è stata l’affiliazione alla UISP la cui “metodologia” prevede interventi sportivi di squadra promuovendo lo sport come diritto universale per la salute psicofisica, la qualità della vita e la socialità. Tale affiliazione consente di ampliare le opportunità di gioco: il laboratorio “Pallavolmente” organizza degli incontri da ottobre a maggio durante i quali i giocatori monregalesi e cuneesi possono incontrare realtà territoriali diverse (l’anno scorso hanno sfidato le squadre provenienti dai CSM di Parma, Prato, Ravenna, Aosta, Saluzzo, Chieri, Pinerolo, Moncalieri, Venaria), sperimentandosi nel gioco di squadra e mettendo in gioco se stessi. 

La pallavolo, infatti, integra delle caratteristiche che la rendono particolarmente adatta a contesti psichiatrici: è uno sport di squadra che richiede attenzione, previsione dell’avversario, gestione dell’errore, regolazione emotiva (frustrazione, delusione, rabbia); richiede cooperazione, comunicazione, organizzazione e fiducia tra i giocatori; incrementa il senso di appartenenza a un gruppo quindi favorisce la socializzazione e alimenta l’autostima e il senso di autoefficacia. 

Scheda

È noto come, negli ultimi, anni la psichiatria si stia distanziando sempre più dagli interventi tradizionali, in favore di azioni e approcci scientificamente accreditati (EBM – Evidence Based Medicine) che abbiano come obiettivo non solo il miglioramento e la riduzione della sintomatologia, ma anche la ripresa funzionale del soggetto. Nel 2018 l’European Psychiatric Association ha inserito all’interno delle proprie linee guida l’attività fisica come intervento biopsicosociale nel trattamento integrato dei disturbi mentali gravi l’attività sportiva che, quindi, diventa un alleato fondamentale nel percorso riabilitativo dei pazienti psichiatrici: essa non porta solamente benefici a livello fisico, ma ha riscontri positivi sul fronte relazionale e cognitivo.

L’esercizio fisico regolare diminuisce sintomi di ansia e depressione e, secondo uno studio del 2017, aumenta il livello della proteina BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor) che agisce come “fertilizzante” dei neuroni, supportando la loro sopravvivenza e crescita. Nonostante la letteratura scientifica conti pochi studi specifici sulla pallavolo, i pochi che abbiamo a disposizione mostrano risultati interessanti e incoraggianti, specchio di ciò che gli ospiti della Comunità “Cascina Solaro” e del Centro Diurno “Il faggio rosso” mostrano settimanalmente agli operatori: un’attività fisica ben strutturata come la pallavolo può realmente contribuire, se integrata con altri interventi riabilitativi, al miglioramento cognitivo, relazionale ed emotivo dei pazienti psichiatrici.

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