SOCIALE. LA SOLIDARIETA’ APRE LE PORTE ALLE FAMIGLIE DEI PAZIENTI RICOVERATI ALL’IFO

Questa mattina, a Roma, è stata inaugurata “Casa di Ema”, un alloggio pensato per accogliere i parenti e gli accompagnatori dei pazienti ricoverati presso l’IFO.
Situata, a Spinaceto, quartiere della periferia sud della Capitale, la struttura è il frutto dell’ultimo progetto di solidarietà della Fondazione Emanuela Panetti, realtà del Terzo Settore che opera, da oltre quindici anni, per dare sostegno alle persone e alle famiglie che affrontano momenti di fragilità.
L’idea nasce dall’ascolto di storie e bisogni concreti. Famiglie costrette a viaggiare e restare lontane dalla propria casa per stare accanto ai propri cari in cura, affrontando lunghi periodi di degenza e percorsi ospedalieri complessi. Casa di Ema offre loro un rifugio sicuro, un luogo di prossimità dove riposare, ma anche dove sentirsi accolti e compresi.
A rendere speciale questa iniziativa non è solo la sua funzione pratica, ma la sua anima: ogni stanza e ogni dettaglio è stato pensato per trasmettere calore e normalità, come in una vera casa di famiglia.
«Casa di Ema non è un luogo anonimo – afferma Maria Teresa Savastani, Presidente della Fondazione – , ma uno spazio di vicinanza, di conforto e di speranza, dove la solidarietà diventa ospitalità. La realizzazione di Casa di Ema è stata possibile grazie alla generosità di donatori, volontari e amici della Fondazione Panetti, che con il loro tempo e le loro risorse hanno contribuito a trasformare un sogno in una realtà concreta. Molti di loro, oggi presenti all’inaugurazione, hanno potuto vedere il frutto del proprio impegno: un luogo accogliente, pronto ad aprire le porte a chi ne ha più bisogno».
Il taglio del nastro non è stato solo un atto simbolico, ma il segno di un impegno che continuerà ogni giorno: «Casa di Ema – aggiunge la Presidente Savastani- sarà aperta tutto l’anno, garantendo gratuitamente sostegno alle famiglie in un momento delicato della loro vita. Anche nella prova più difficile, casa di Ema sarà sempre un luogo in cui sentirsi meno soli».

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