Verona, 19 settembre 2025 – «L’approccio cosiddetto agnostico alla terapia, che sceglie la cura in base alla mutazione molecolare e non all’organo d’origine, può cambiare la storia della malattia. Ma perché ciò accada serve una rivoluzione culturale nella classificazione dei tumori». Con questo inciso il professor Giuseppe Curigliano, professore ordinario di oncologia medica all’Università degli Studi di Milano e direttore della Divisione di sviluppo precoce dei farmaci dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano, istituto associato ad Alleanza Contro il Cancro, nella la sua lectio magistralis al decimo Annual Meeting di Rete in corso di svolgimento a Verona. Nel merito, Curigliano ha argomentato perché spostare il baricentro diagnostico-terapeutico dalle sedi d’organo ai profili molecolari sia ormai una necessità clinica e organizzativa.
«Il cambiamento nella classificazione del cancro metastatico non sarà possibile se non aumenterà l’accesso ai test che rilevano le alterazioni molecolari» ha affermato, richiamando tre snodi quantitativi. Vediamoli. Indicazioni scientifiche: dal 2020 le società scientifiche internazionali, tra cui ESMO, raccomandano test multigenici per tutti i pazienti con carcinoma polmonare avanzato. Eppure, un’analisi su ~38.000 cartelle cliniche statunitensi (diagnosi 2010–2018) mostra solo il 22% con risultati di test molecolari documentati—percentuali coerenti con altri studi internazionali. Costi attuali: negli USA un pannello molecolare può costare circa 3.000 $; in Europa intorno a 1.000 $ per test. Trend di accessibilità: il sequenziamento completo del genoma è sceso a circa 330 $ (da oltre 1.100 $ pochi anni fa). Inoltre, sempre più centri eseguono analisi in-house e, in prospettiva, l’intelligenza artificiale potrà estrarre segnali genomici da vetrini istologici standard, riducendo ulteriormente tempi e costi e rendendo sostenibile il testing anche in Paesi a basso e medio reddito.
Lo studio italiano ROME, citato nella lectio, dimostra la fattibilità clinica dell’approccio “agnostico” nella pratica quotidiana: un percorso in cui la scelta terapeutica è guidata da alterazioni target e biomarker d’azione più che dall’istotipo. «Classificare i tumori in base alle loro caratteristiche molecolari accelererà l’accesso a terapie efficaci per milioni di persone e porrà le basi di una vera oncologia di precisione» ha ribadito Curigliano.
Dal punto di vista del paziente, la transizione a una tassonomia molecolare non si esaurisce nel test: occorre integrare più livelli informativi—genomica del tumore, germline del paziente, numero/dimensioni delle lesioni, aggressività biologica (espressione genica), stato clinico e sintomi (ad es. affaticamento, perdita di peso) —per orientare in modo personalizzato diagnosi, terapia e follow-up.