Consultorio di Lucca aumenta interventi di educazione sessuale e affettiva nelle scuole: mille giovani coinvolti

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Circa 1.000 ragazze e ragazzi della Piana di Lucca hanno partecipato ai progetti seguiti dalle operatrici del consultorio e inseriti dell’area tematica “Affettività e Sessualità” proposta dalla Regione Toscana.

I progetti portati avanti dall’unità funzionale Consultoriale della Piana di Lucca, diretta da Patrizia Fistesmaire, insieme all’Educazione e promozione della salute,hanno infatti coinvolto 35 classi delle scuole secondarie di primo grado.

“Questo – spiega la dottoressa Fistesmaire – è un intervento nuovo, molto richiesto dalle scuole, anche per il valore della relazione tra il servizio sanitario e il mondo della scuola nella diffusione di contenuti di salute pubblica. Dalla riorganizzazione dei Consultori e la delibera 674/23 in queste strutture l’accesso è stato anticipato a 13 anni, con tutti i servizi a disposizione. Questo perché è fondamentale intervenire il prima possibile, negli anni di formazione della persona, delle sue convinzioni, cognizioni, linguaggio emotivo, con un’informazione seria, scientifica e veicolata da un professionista.

Nelle scuole superiori il Consultorio partecipa alle attività dell’unità operativa Educazione e promozione alla salute formando macrogruppi di peer educator alla conoscenza diretta dei servizi, delle opportunità territoriali, ad intercettare e orientare i compagni e le compagne.

Il Consultorio da anni rappresenta un punto di riferimento sempre più rilevante per la salute dei giovani e il confronto con un’equipe di professioniste è assai importante, per essere sostenuti nella vita sessuale e affettiva.

Basti pensare che nella Piana di Lucca, nel 2024, si è rivolta al Consultorio il 45,21 della popolazione residente (14/24 anni); dunque, considerando l’apertura anche ai tredicenni, si può affermare che circa la metà dei giovani della Piana di Lucca si è rivolto al Consultorio giovani.

Non si educa solo alla sessualità: si educa alla vita. Da qui l’ingresso nelle scuole dei Consultori, che rappresentano un punto di riferimento basilare nella vita dei giovani e nelle diverse fasi evolutive. Oggi l’adolescente non è più in attesa di diventare grande, è già immerso in un mondo che gli chiede tutto e subito: prestazione, immagine, desiderio, autonomia. Ma non sempre c’è un mondo di adulti che sa prendersi cura. 

E allora la scuola e il Consultorio possono, e devono, tornare ad essere luoghi di contenimento emotivo, di ascolto, di parola che protegge. Parlare di sessualità a 13 anni, o anche prima, non è troppo presto. È giusto. È necessario. Perché a 13 anni il corpo cambia, l’identità si frastaglia, l’affetto cerca forma, e la mente ha bisogno di strumenti per leggere ciò che accade dentro e fuori di sé.

Non basta dire ‘proteggiti’: occorre costruire un linguaggio emotivo. Non basta spiegare ‘come si fa’: bisogna accompagnare nel comprendere ‘cosa si sente’. E chi meglio del Consultorio, con le sue équipe composta da più figure professionali, può essere alleato della scuola in questo percorso?

L’educazione affettiva e sessuale non è un’unità didattica. È un’azione di cura sociale. È dare ai ragazzi uno spazio dove essere visti, riconosciuti, accolti senza giudizio, prima che l’informazione arrivi da TikTok o dalla pornografia, prima che la solitudine diventi sintomo, o la paura si trasformi in silenzio. Non si può lasciare ai motori di ricerca la formazione emotiva dei nostri figli.

Oggi e maggiori ferite non derivano solo dalla mancanza di informazione, ma dall’eccesso di messaggi distorti: la sessualità come potere, l’amore come dipendenza, il consenso come tema “difficile”. I giovani crescono in un paradosso: tutto è visibile, nulla è elaborato. E allora parlare di sessualità e affettività vuol dire educare alla responsabilità di sé e dell’altro. Vuol dire dare legittimità ai sentimenti, normalizzare il dubbio, offrire strumenti per distinguere l’amore dalla violenza, il rispetto dalla manipolazione. Significa insegnare a stare nel proprio corpo senza vergogna, a chiedere aiuto senza paura, a sentire che esistono adulti pronti ad accompagnare, non a controllare.

Quando un ragazzo o una ragazza sa che il Consultorio esiste, ha un nome, ha un volto, ha una voce, è più facile che lo cerchi quando serve. Ma per fidarsi, deve averlo incontrato prima, non nel momento della crisi, ma nel tempo della formazione.

Il Consultorio, allora, deve diventare una presenza integrata nel percorso scolastico, non un intervento straordinario. Un ponte tra scuola, famiglia e comunità, che restituisce senso alla parola ‘educazione’ nel suo significato più profondo: trarre fuori, accompagnare, far emergere. Con competenza clinica e calore umano. Perché se vogliamo ragazzi e ragazze capaci di amare, e non solo di proteggersi, dobbiamo educarli non alla performance, ma alla relazione. Non alla vergogna, ma alla conoscenza. Non alla paura, ma alla fiducia”.

“La prevenzione primaria e la diffusione delle life skills e dei corretti stili di vita quali fattori protettivi per la salute – spiega il direttore dell’Educazione e promozione della salute dell’Azienda USL Toscana nord ovest Luigi Franchini – rappresentano oggi un imperativo categorico anche in un’ottica di sostenibilità del servizio sanitario pubblico. Per questo motivo è fondamentale iniziare a fare prevenzione fin dall’età scolare.

Obiettivo principale dei progetti condotti nelle scuole di Lucca in materia di affettività e sessualità consapevoli è quello di far acquisire alle classi aderenti conoscenze e competenze sui temi legati alla salute riproduttiva e all’educazione sentimentale e affettiva affrontando tematiche legate al corpo, all’identità sessuale, alla relazione di coppia, la violenza di genere, la preservazione della fertilità, la contraccezione e le malattie sessualmente trasmissibili. Con l’occasione vengono inoltre presentate le attività dei Consultori Giovani in modo da favorire così, anche attraverso la conoscenza diretta degli operatori, l’orientamento e l’accesso ai servizi.

Credo che sia fondamentale, come stiamo facendo da anni, continuare a fare rete fra i vari servizi aziendali competenti nelle varie aree tematiche di interesse, i dirigenti scolastici degli istituti, l’ufficio scolastico provinciale, le famiglie, il Terzo Settore, aprendosi anche a portatori di interesse esterni all’azienda, in uno sforzo congiunto e coordinato che eviti sovrapposizioni di interventi nelle scuole e garantisca la sostenibilità e la messa a sistema degli innumerevoli ed apprezzati progetti offerti alle scuole.

A tal proposito voglio ringraziare, oltre a Patrizia Fistesmaire, la direttrice della Zona distretto di Lucca Eluisa Lo Presti e tutte le professionalità dell’unità funzionale Consultoriale della Piana di Lucca e della struttura di Educazione e promozione della salute per la sensibilità e la disponibilità dimostrate nello sforzo condiviso fra i vari servizi aziendali e finalizzato a creare una scuola che promuove e produce salute e una generazione di ragazzi e ragazze capaci di investire sulla propria salute fin da giovanissimi facendo le scelte giuste ed acquisendo corretti stili di vita. Un ringraziamento particolare, infine, a tutti i dirigenti scolastici e alle centinaia di studenti che hanno partecipato con entusiasmo a queste iniziative”.

In questo 2025 sono stati organizzati, sempre in collaborazione tra unità funzionale Consultoriale e unità operativa Educazione e promozione della salute gruppi per genitori e per docenti, perché la sessualità e l’affettività è complessa e solo quando gli adulti fanno squadra la partita “scorre bene”, senza troppi incidenti o defezioni.

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