187 persone, tra operatori sanitari e cittadini, provenienti non solo dalla Toscana ma anche da altre regioni italiane, hanno partecipato venerdì 20 giugno 2025 alla webconference “Disposizioni Anticipate di Trattamento: aspetti giuridici, clinici e organizzativi”, organizzata dall’Azienda USL Toscana nord ovest in collaborazione con i Comitati di partecipazione aziendali.
La legge numero 219 del 2017 ha introdotto nell’ordinamento italiano la possibilità per ogni cittadino di esprimere in anticipo la propria volontà in merito ai trattamenti sanitari che desidera ricevere o rifiutare nella fase finale della vita, nel caso in cui si trovi in condizioni tali da non poter più decidere autonomamente. Si tratta di una legge che tutela il diritto alla libertà e alla dignità della persona, garantendo la possibilità di ricevere solo le cure desiderate, evitando trattamenti non appropriati, sproporzionati o contrari alla volontà del paziente.
Le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) possono essere depositate da chi lo desidera nelle sedi delle Aziende sanitarie locali o negli uffici anagrafici della maggior parte dei comuni.
In Toscana, gli Uffici Relazioni con il Pubblico (URP) sono organizzati per ricevere le DAT e trasmetterle alla Banca dati nazionale, dove vengono conservate e rese disponibili alla consultazione da parte dei medici, qualora se ne presenti la necessità.
Obiettivo dell’incontro promosso dall’Asl era quello di promuovere la conoscenza di questo importante strumento nella comunità, migliorare le azioni organizzative utili a chi desidera depositare le proprie DAT e valorizzare il ruolo attivo delle associazioni di volontariato che fanno parte dei Comitati di Partecipazione aziendali, rendendole protagoniste anche della diffusione di questa possibilità.
L’evento è stato aperto dal direttore sanitario dell’Azienda sanitaria Giacomo Corsini, che ha condiviso alcuni ricordi di esperienze concrete vissute quando era direttore di presidio ospedaliero, accanto ai colleghi dei reparti di cura e assistenza. Ha inoltre sottolineato come le decisioni cliniche più delicate, in situazioni in cui il paziente non è più in grado di esprimere la propria volontà, possano essere notevolmente semplificate se esistono DAT già depositate.
Il dottor Corsini ha inoltre ricordato l’impegno dell’Azienda nel promuovere l’accesso a questo strumento, sia attraverso azioni informative rivolte alla cittadinanza, sia attraverso il miglioramento dei percorsi organizzativi che facilitino il deposito delle DAT e la loro successiva disponibilità per i professionisti sanitari.
La coordinatrice della Conferenza di partecipazione aziendale Maria Lina Cosimi, promotrice della webconference, ha ricordato quanto i cittadini abbiano bisogno di informazioni in questo ambito e come tale esigenza possa essere soddisfatta non solo attraverso campagne organizzate, ma soprattutto mediante la presenza costante delle associazioni all’interno dei gruppi sociali, dove possono offrire informazioni chiare e corrette. A partire da questa consapevolezza, è stato avviato un progetto, concordato con la Asl Toscana nord ovest, che coinvolge i Comitati di partecipazione delle diverse zone. L’iniziativa prevede, dalla fine dell’estate, l’organizzazione di incontri con le formazioni sociali locali, realizzati in collaborazione con gli uffici URP, con l’obiettivo di diffondere la conoscenza delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e consentire a chi lo desidera di formularle e depositarle nella Banca dati nazionale.
Diana Bonuccelli, medico legale dell’Azienda e referente regionale per il tema delle DAT, ha illustrato con precisione le peculiarità delle Disposizioni, specificando cosa sia possibile indicare e cosa non rientri invece in questo strumento. Le DAT – ha spiegato la dottoressa Bonuccelli – sono destinate a regolare esclusivamente gli aspetti legati al trattamento sanitario nel fine vita e non possono essere utilizzate per dare disposizioni, ad esempio, sul destino del proprio corpo dopo la morte o alla donazione di organi, per i quali esistono percorsi normativi distinti.
È poi intervenuto il direttore dell’URP dell’Azienda USL Toscana nord ovest Roberto Della Cerra, il quale ha illustrato in modo dettagliato le modalità con cui i cittadini possono accedere agli uffici per depositare le DAT, descrivendo anche il percorso amministrativo che queste seguono fino alla conservazione nella Banca dati nazionale.
Maria Stella Adami, medico di medicina generale e direttrice del Dipartimento aziendale di riferimento, ha sottolineato l’importanza del ruolo del medico di famiglia non solo come professionista incaricato dell’informazione, ma anche come figura proattiva nel promuovere la conoscenza delle DAT tra i propri assistiti. Ha inoltre condiviso l’esperienza di numerose situazioni cliniche in cui sarebbe stato possibile consigliare ai pazienti di formalizzare le proprie volontà, facilitando così le decisioni da prendere nei momenti più critici.
Angela Gioia, medico palliativista, direttrice dell’Hospice di Pisa, e Paolo Roncucci, già primario della Rianimazione di Livorno, hanno quindi rappresentato il punto di vista dei clinici, condividendo la loro esperienza e raccontando storie significative, a testimonianza di come, in molti casi, le Disposizioni Anticipate di Trattamento abbiano facilitato il lavoro del medico.
Guido Miccinesi, epidemiologo che ha partecipato a uno studio internazionale sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento, ha invece illustrato alcuni dati su come le DAT siano percepite e vissute dalla popolazione. Particolarmente interessante è stato l’excursus storico con cui ha ripercorso l’evoluzione del principio di autonomia nelle cure, mostrando come, nel corso dei decenni, questo principio abbia trovato una progressiva affermazione normativa e applicativa. Tuttavia, ha evidenziato che, a differenza del riconoscimento dell’autonomia, la comunicazione tra medico e paziente non ha conosciuto uno sviluppo altrettanto sistematico e che occorre ancora lavorare per rafforzarne la centralità nei percorsi di cura.
Di comunicazione ha parlato, in chiusura, anche il direttore della struttura Relazioni con il pubblico, partecipazione e accoglienza Sergio Ardis, che ha illustrato i percorsi di formazione dedicati alla comunicazione tra sanitario e paziente, realizzati da anni all’interno dell’Asl Toscana nord ovest. Ha per questo descritto l’impianto del programma formativo, articolato su più livelli, che ha già consentito la formazione di oltre 600 operatori sanitari, tra medici, infermieri, tecnici di radiologia, ostetriche, dietiste e altri professionisti. Il percorso ha inoltre portato alla formazione di 27 docenti junior che oggi contribuiscono, a loro volta, alla diffusione delle competenze comunicative nei successivi cicli formativi.
La grande partecipazione che ha fatto registrare la conferenza testimonia l’interesse per il tema, che si conferma molto sentito sia dai professionisti della salute che dai cittadini, che considerano il diritto di decidere per la propria salute in ogni fase della vita un principio imprescindibile.