Nursing Up: Dopo contratto 2022-24 proseguiamo su strada dei cambiamenti concreti, frutto di anni di battaglie

Condividi:

“Dal Circo Massimo alla firma finale: le lotte che stanno cambiando davvero il presente e il futuro dei professionisti sanitari portano la nostra firma”

ROMA, 20 GIUGNO 2025 – È stato appena firmato il nuovo contratto 2022–2024 del comparto Sanità. Ma per il Nursing Up, più che una meta, è un bivio: un’occasione per fermarsi, guardare indietro e riconoscere quali lotte hanno davvero fatto la differenza in questi anni. Lotte e battaglie che certamente portano la firma del sindacato.
“La conclusione positiva di questo contratto arriva dopo anni di esposizione reale. Nessun altro sindacato ha spinto con la nostra determinazione su indennità, mobilità, carriera. E oggi possiamo dire che molte di quelle richieste sono diventate norme”.

La svolta vera iniziò nel 2020
Il punto di partenza è datato 15 ottobre 2020, con la manifestazione al Circo Massimo. In piena pandemia, gli infermieri, i nostri infermieri, da tutta Italia, scesero in piazza.
“Fu allora che il ministro dell’epoca, Roberto Speranza, riconobbe per la prima volta l’indennità di specificità infermieristica. Quei 73 euro che nessun’altra sigla aveva mai ottenuto. Un risultato raggiunto con la forza della mobilitazione e non con le parole”.
A quella prima conquista sono seguiti l’adeguamento dell’indennità per gli infermieri e quella per il pronto soccorso: “risultati veri, misurabili, tangibili, non slogan”.

Progressione di carriera: cadono vecchi muri
Uno degli elementi più significativi del nuovo contratto è senza dubbio il superamento del vincolo della laurea magistrale per la progressione di carriera.
“Oggi si riconosce dignità professionale anche a chi ha titoli equipollenti – spiega Nursing Up –. Ora i laureati magistrali, da parte loro, possono e devono, legittimamente, essere sostenuti per entrare nell’area contrattuale della dirigenza. Questo è un passo avanti per la categoria, non uno sconto al merito. È la fine di una discriminazione”.

Bandi di mobilità su tutto il territorio nazionale, anche per favorire i ricongiungimenti familiari
Un altro punto chiave è l’introduzione di bandi obbligatori per i posti a trasferimento necessari all’Ente, almeno una volta l’anno.
“Significa che finalmente non sarà più l’azienda sanitaria a decidere se e quando permettere a un professionista di tornare nella propria regione. Finora si era costretti ad aspettare scambi tra colleghi o il via libera discrezionale degli uffici.
Con il nuovo contratto, da gennaio a marzo di ogni anno sarà possibile contattare le aziende sanitarie per conoscere posti a disposizione e termini di partecipazione per richiedere il trasferimento.
La mobilità torna ad essere un obiettivo possibile, una rivoluzione silenziosa, ma profonda, che riguarda migliaia di lavoratori lontani da casa da anni”.

Per l’ECM, passata la richiesta del Nursing Up
Sarà consentito, a una percentuale di dipendenti delle professioni sanitarie, di selezionare e richiedere autonomamente la partecipazione a percorsi di aggiornamento ECM ritenuti coerenti con il proprio profilo professionale. In questo ambito, oggi, decidono solo le aziende sanitarie.

ECM, genitori entrambi turnisti e mensa
Nel nuovo contratto sono state inserite dichiarazioni congiunte, con le quali le parti finalmente si impegnano a farne oggetto di trattativa nel CCNL 2025/27 subentrante, con l’intento di dare risposte alle istanze oggi non affrontate in maniera definitiva, come, per noi, l’esigenza di considerare  2 ore dell’orario di servizio settimanale, come dedicate esclusivamente alla formazione  .

Questione pronte disponibilità
Abbiamo lottato per ottenere che le pronte disponibilità restassero massimo 7 al mese, perché nella bozza stilata da Aran erano diventate 10.
Ora resta solo la possibilità, ma solo se lo decideranno i contratti integrativi e non su iniziativa di autorità dell’azienda, e solo nel periodo da giugno a settembre, di introdurre criteri di flessibilità limitati.

Indennità di specificità ed ostetriche
Le colleghe, finalmente, recupereranno la differenza economica rispetto all’indennità di specificità infermieristica degli infermieri. Buon risultato, che consideriamo solo temporaneo.
L’impegno del Nursing Up è finalizzato ad una norma di legge specifica, a loro destinata, per tale importante indennizzo.

Prestazioni aggiuntive
Le aziende sanitarie potranno pagarle non solo per gli obiettivi di abbattimento delle liste di attesa, ma, grazie all’introduzione delle modifiche richieste dal Nursing Up, anche “per ulteriori obiettivi”.
Traguardo non di poco conto, perché permette agli enti una maggiore maneggevolezza nell’attribuzione di tali pagamenti ad infermieri, ostetriche e professioni sanitarie.

Assistenza psicologica, a carico dell’azienda, per chi subisce violenza
Fino ad oggi nulla era previsto.

Patrocinio legale, a carico dell’azienda, per chi subisce violenza
Fino ad oggi nulla era previsto.

Sull’assistente infermiere
Il no determinato del Nursing Up arriva con una nota a verbale del nuovo contratto.
L’introduzione di detta figura, derivante dall’Accordo Stato-Regioni rep. n. 176/CSR del 3 ottobre 2024, avviene a nostro giudizio in violazione della Direttiva 2013/55/UE.
Attribuire attività cliniche a personale privo di tali requisiti costituisce un pericoloso scostamento dalle garanzie europee di qualità e sicurezza delle cure.
Nursing Up ha denunciato inoltre, il danno reputazionale che ne deriva per la figura dell’infermiere, acuito dal contestato, ma avvenuto, inserimento di tale nuova figura anche a livello contrattuale, nonostante le reiterate contestazioni del sindacato; la confusione organizzativa generata dall’introduzione di un profilo ambiguo e sovrapponibile; e il rischio concreto di dequalificazione del ruolo infermieristico in un contesto già segnato dalla fuga di professionisti e dal demansionamento strutturale.
In coerenza con tali rilievi, Nursing Up ha dichiarato la propria volontà di promuovere tutte le azioni legali, istituzionali e politiche necessarie – a questo punto in sede europea – per ottenere la sospensione dell’Accordo Stato-Regioni sopra citato e per chiedere la rimozione di ogni riferimento alla figura dell’“assistente infermiere” dal testo contrattuale in oggetto.

Notiziario

Archivio Notizie