Acireale. Integrazione Ospedale-Territorio e innovazione nei percorsi assistenziali per prevenzione dei ricoveri ripetuti degli anziani fragili

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A un anno dall’avvio del progetto PNRR “Percorso assistenziale post-ospedaliero”, i Presidi Ospedalieri di Acireale e Giarre registrano un +120% di dimissioni protette, con un modello multidisciplinare che favorisce continuità assistenziale, monitoraggio domiciliare e collaborazione tra Ospedale e Territorio.

Attivata la prima UVM Ospedaliera in Sicilia.

Una sanità più vicina, che sviluppa percorsi assistenziali integrati e capace di prevenire i ricoveri ripetuti: è questa la direzione tracciata dal progetto PNRR “Percorso assistenziale post-ospedaliero e di prevenzione dei ricoveri ripetuti per gli anziani fragili”, attivo da un anno nei Presidi Ospedalieri di Acireale e Giarre.

Il bilancio dell’attività, presentato ieri all’Ospedale acese nel corso di un briefing operativo, alla presenza del direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganaga Senzio, e con la partecipazione dei vertici sanitari e amministrativi dei Presidi e dei Distretti sanitari di Acireale e Giarre, evidenzia un incremento significativo delle dimissioni protette: +120% rispetto all’anno precedente (421 contro 191), a fronte di un target iniziale già superato, con 378 pazienti reclutati su 270 previsti.

«I risultati dimostrano la qualità del lavoro svolto e l’efficacia del modello – ha dichiarato Laganga Senzio -. Le criticità emerse saranno affrontate e risolte per garantire continuità e omogeneità nell’assistenza. Il nostro obiettivo è strutturare questo intervento in maniera stabile in tutti i presidi aziendali, rafforzando l’integrazione tra ospedale e territorio».

Finanziato con oltre 1,1 milioni di euro, il progetto rientra nella Missione 5 del PNRR – “Inclusione e Coesione”, e mira a migliorare la gestione domiciliare dei pazienti fragili over 65, prevenendo accessi inappropriati al Pronto Soccorso e degenze ospedaliere prolungate.

I dati sono stati illustrati dal direttore medico dell’Ospedale di Acireale, Rosario Cunsolo, insieme all’equipe di progetto.

Ospedale e Territorio: un ponte concreto per la fragilità

Il progetto si articola in due fasi: una intraospedaliera, con valutazione multidimensionale del paziente già in fase di ricovero, e una extraospedaliera, basata su monitoraggio telefonico e visite domiciliari nei 30 giorni successivi alla dimissione.

Un elemento di innovazione organizzativa centrale è rappresentato dalla creazione, presso il P.O. di Acireale, della prima Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM) ospedaliera, incaricata di valutare in modo globale il paziente fragile, individuarne i bisogni assistenziali e facilitarne il passaggio verso il setting post-dimissione più idoneo.

La UVM ospedaliera è attualmente composta da 2 medici geriatre, 1 psicologa, 2 operatori socio-sanitari e 2 informatici, con il supporto delle assistenti sociali dei due Presidi Ospedalieri, e si punta a integrarla con ulteriori figure professionali.

«Questo progetto ha aperto un nuovo percorso, ponendo al centro il paziente fragile e garantendo continuità assistenziale oltre il ricovero – ha sottolineato Cunsolo -. Il lavoro svolto in sinergia tra reparti, territorio e team multidisciplinare rappresenta un modello replicabile e da consolidare».

Il bacino di riferimento comprende 17 Comuni del comprensorio jonico-etneo, da Acireale a Castiglione di Sicilia. L’età media dei pazienti è di 81,5 anni, confermando la centralità della fragilità geriatrica nella strategia assistenziale. I benefici emersi sono rilevanti: miglior coordinamento ospedale-territorio, riduzione dello stress dei caregiver, incremento dell’appropriatezza assistenziale e alleggerimento del carico operativo sui reparti, grazie all’intervento precoce dell’UVM.

Verso la strutturazione del modello

Il progetto ha ottenuto la proroga per ulteriori tre anni, e si lavora ora alla sua strutturazione organizzativa stabile all’interno dei percorsi assistenziali ospedalieri, rafforzando al contempo il raccordo con i Medici di Medicina Generale e con i servizi sociali comunali, nell’ottica di una presa in carico globale e integrata del paziente fragile.

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