Hanno superato quota diecimila gli enti del terzo settore operanti in Toscana; tante sono le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e le cooperative sociali attualmente censite e che operano nei settori più diversi: dall’ambito sociale e sanitario a quello culturale e ambientale. Un numero elevatissimo, che colloca la Toscana ai vertici nazionali, come è emerso dalla presentazione del quinto rapporto sul Terzo settore, avvenuta oggi a Palazzo Strozzi Sacrati.
Il rapporto, curato come sempre dall’Osservatorio sociale regionale, ha evidenziato la crescita costante degli enti che hanno formalizzato la loro esistenza con l’iscrizione al Runts (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), uno dei principali adempimenti previsti dalla riforma del settore, e che risultano quindi strutturati, organizzati, e abilitati a rapportarsi con le istituzioni.
Ma anche se sono cresciuti di numero (precisamente sono 10.837) e coinvolgono decine di migliaia di persone, rappresentano solo parzialmente l’universo del non profit toscano che, secondo i dati Istat, ha una dimensione quasi tripla: se infatti si tiene conto di tutte le di realtà organizzative e associative, formali e informali presenti nella nostra regione il numero complessivo sale a 26.400, e quello dei volontari a quasi 420.000.
Questo autentico polmone della nostra regione è stato oggetto, nel rapporto, di uno studio approfondito per analizzarne le dinamiche, soprattutto a partire dalla prima fase di applicazione della legge di riforma. Visto il valore dell’analisi e la necessità di presentarla anche sul territorio, accanto alla presentazione odierna sono state previste anche due iniziative territoriali organizzate presso la Società della salute Valdinievole e Fiorentina Sudest, in programma, rispettivamente il 22 e il 30 maggio.
“La Toscana continua a essere una delle regioni italiane dove più forte, presente e attivo è il terzo settore – ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “Nei nostri territori possiamo contare su una rete capillare di realtà che svolgono un ruolo fondamentale in tanti ambiti,su cui siamo felici di poter continuare a contare. Questo rapporto in particolare ci offre l’immagine di un Terzo settore dinamico, sensibile ai bisogni dei territori e in grado di fornire, in maniera sempre più evoluta, risposte efficaci e soluzioni innovative rispetto alle richieste e alle problematiche dei singoli e delle collettività”.
“Questo rapporto – sono parole dell’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli – arriva quasi al termine di cinque anni di lavoro intensi, proficui, di grande collaborazione e confronto con il mondo del terzo settore, che intendo ringraziare coralmente. In questo documento si misura tutta la potenzialità e l’importanza di un mondo variegato che rappresenta tutta la nostra e comunità che ha un ruolo importantissimo in tanti ambiti, dai servizi socio-sanitari alla promozione sociale, dalla cultura alle tematiche ambientali. E’ un rapporto che, aldilà dei numeri e delle tabelle, sempre preziose, vede la presenza di contributi e punti di vista diversi, ed esprime così la volontà di discutere in maniera partecipata e condivisa, così come abbiamo sempre cercato di fare in questi anni. Sottolineo in particolare l’approfondimento sul tema dell’amministrazione condivisa: è la prova del lavoro svolto in questi anni tra parte pubblica e enti del terzo settore per costruire insieme i progetti sempre più innovativi e rispondenti ai bisogni delle comunità”.
“Anci Toscana – è il commento di Nicola Armentano, vice-presidente di Anci-Toscana – emerge come un attore fondamentale del settore a livello regionale, contribuendo attivamente sia alla riflessione che alla pratica relativa al Terzo Settore e all’amministrazione condivisa: agisce come organismo di rappresentanza e collaborazione a livello regionale, supportando gli enti locali e contribuendo alla realizzazione di progetti pilota. I Comuni in questo quadro rivestono ruoli centrali e interconnessi, in particolare i capoluoghi e la città metropolitana. E a proposito dell’importanza e del valore del Terzo Settore, voglio lanciare un invito come Anci Toscana perchè venga eliminato il tetto massimo al 5 per mille destinato al no profit, rispettando così la volontà di tanti cittadini che hanno fatto questa scelta. Lo scorso anno sono stati ben 17,2 milioni i contribuenti che hanno indicato la destinazione del 5 per mille a enti del Terzo settore: circa 730 mila firme in più rispetto al precedente anno, per un totale di circa 552 milioni di euro. Di questi, tuttavia, quasi 28 milioni di euro non andranno a destinazione, a causa del limite previsto per legge”.
I DATI DEL RAPPORTO
Il terzo settore in Toscana
I 10.837 del terzo settore presenti in Toscana nel 2025 e iscritti al Runts (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) sono suddivisi tra 3.200 organizzazioni volontariato (pari al 30% del totale), 6.094 associazioni di promozione sociale (56%), e 890 imprese sociali (8%).
Le “attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale” sono nettamente prevalenti (49% degli ETS), seguite da “attività di educazione, istruzione e formazione professionale, attività culturali e socio-educative” (29%) e “interventi e servizi sociali” (21%)
Questo terzo settore ‘formalizzato’ mostra una tendenza considerevole alla crescita: si è passati dalle 19,8 organizzazioni ogni 10.000 residenti del 2008 alle attuali 29,6.
Sono dati che collocano la Toscana al quarto posto tra le regioni italiane.
Il vasto universo del non profit
L’universo non profit in senso lato, formato cioè da tutte le realtà organizzative e associative, anche informali, è quasi tre volte più vasto dello spaccato ‘formalizzato’: secondo l’ultimo censimento Istat, le istituzioni non profit sono oltre 26.400, hanno quasi 55.000 dipendenti (il 59% nelle cooperative sociali) e funzionano grazie al contributo di quasi 418.000 volontari.
Tutti i numeri confermano il forte radicamento di questa realtà nel contesto regionale: in Toscana: si contano infatti 72 organizzazioni ogni 10.000 residenti, mentre i volontari sono 114 ogni 10.000 residenti.
Per quanto riguarda il settore di attività, ci sono tre comparti che insieme ricoprono oltre 2/3 delle istituzioni toscane: il 34% opera nell’ambito delle ‘attività sportive’, il 18% nelle ‘attività ricreative e di socializzazione’ e il 14% nelle ‘attività culturali e artistiche’. Seguono poi le attività di ’assistenza sociale e protezione civile’, ‘relazioni sindacali e rappresentanza di interessi’, ‘sanità’ e ‘religione’.
Negli ultimi 25 anni l’ambito del non profit è cresciuto esponenzialmente, mentre nell’ultimo quinquennio si è assistito a una diminuzione del numero di istituzioni e di volontari, e a una crescita dei lavoratori.
Le caratteristiche del volontariato nel 2025
Secondo quanto emerge dal rapporto sale l’età media dei volontari: quasi metà ha più di 55 anni, i volontari under 29 sono solo il 15,5% del totale.
Per quanto riguarda il genere c’è una predominanza tra i maschi rispetto alle femmine in quasi tutte le fasce d’età.
Ci sono cambiamenti anche per quanto riguarda l’impegno che ha sempre di più caratteristiche saltuarie: solo il 43% del totale dei volontari opera in modo sistematico.
Tra le motivazioni dei giovani volontari emerge sempre di più quella di poter valorizzare le loro competenze: dalla logica dell’appartenenza e adesione valoriale, oggi si passa sempre più spesso a quella del coinvolgimento in progetti specifici e concreti.