Il direttore dell’Urologia del Valdarno, Stefano Rosadi: «Minor tempo di degenza ospedaliera e approccio mininvasivo anche per volumi prostatici superiori a 150 grammi»
L’ospedale Santa Maria alla Gruccia del Valdarno ha effettuato il suo primo intervento chirurgico con laser ad holmio a 100 watt, una tecnologia mininvasiva utile per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna. Si tratta di una patologia che può colpire gli uomini sopra i 50 anni di età e che causa l’ingrandimento della ghiandola prostatica, con sintomi e complicanze che possono impattare sulla qualità di vita del paziente.
L’intervento con tecnologia laser ad holmio è stato effettuato nei giorni scorsi su un paziente di 76 anni e dopo una breve degenza di 48 ore è stato dimesso. Questo tipo di trattamento sfrutta la potenza laser per rimuovere l’adenoma prostatico.
«L’utilizzo di questa tecnologia, di cui l’ospedale del Valdarno si è dotato, permette un approccio chirurgico per il trattamento della prostata con un tempo di degenza molto più ridotto e con una riduzione di eventuali complicanze – spiega il direttore dell’Unità operativa di Urologia, Stefano Rosadi – Anche la tempistica di utilizzo del catetere vescicale è minore e grazie a questa metodica non vengono eseguiti tagli addominali anche per prostate di notevoli dimensioni, ossia al di sopra di 150 grammi».
«La dotazione di una tecnologia sempre più moderna è importante per offrire ai nostri pazienti trattamenti ancora più mirati – evidenzia la direttrice dell’ospedale, Patrizia Bobini – Da oggi, anche in Valdarno, il trattamento della ipertrofia benigna della ghiandola prostatica si avvale di un ulteriore strumento tecnologico e mininvasivo».