“Più cura per chi cura” è il messaggio scelto per la campagna di sensibilizzazione lanciata dalla Regione Emilia Romagna in occasione della Giornata Nazionale contro la Violenza sugli Operatori Sanitari e Sociosanitari che si celebra il 12 marzo.
Aggressioni verbali ma talvolta anche fisiche che coinvolgono a tutti i livelli gli operatori della salute e mettono a dura prova il lavoro svolto ogni giorno con impegno. 𝗤𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗶 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗶 𝗲 𝗹𝗲 𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗺𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗔𝘇𝗶𝗲𝗻𝗱𝗲 𝗦𝗮𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗲 𝗳𝗲𝗿𝗿𝗮𝗿𝗲𝘀𝗶?
Se n’è parlato nel corso della puntata di Salute Focus (format web a cura delle Aziende Sanitarie ferraresi) con 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗕𝗲𝗻𝘁𝗶𝘃𝗲𝗴𝗻𝗮 Direttore Sanitario Aziende Sanitarie ferraresi, 𝗖𝗼𝗻𝗰𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗠𝗮𝘇𝘇𝗮 Direttrice Servizio Prevenzione e Protezione Provinciale Aziende Sanitarie Ferraresi, 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗸𝗮 𝗖𝗼𝗹𝗼𝗺𝗯𝗶 Direttrice assistenziale delle Aziende Sanitarie ferraresi, 𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹𝗲 𝗖𝗮𝗿𝗶𝗮𝗻𝗶 direttore dell’Unita Operativa dei Pronto Soccorso delle Aziende Sanitarie ferraresi, 𝗘𝗿𝗶𝗸𝗮 𝗦𝗮𝗹𝘃𝗶𝗼𝗹𝗶 Responsabile Infermieristica e Tecnica dei Pronto Soccorsi e Medicina d’Urgenza provinciali e 𝗥𝗼𝘀𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗚𝗮𝘂𝗱𝗶𝗼 Risk Manager delle Aziende Sanitarie Ferraresi.
“Questa giornata – spiega Roberto Bentivegna Direttore Sanitario Aziende Sanitarie ferraresi – ci dà l’occasione per presentare le tante azioni che sia in regione Emilia Romagna che nelle Aziende Sanitarie ferraresi sono state portate avanti in questi anni. In Emilia Romagna sono più di 1.500 i casi segnalati e per quanto riguarda la Provincia di Ferrara oltre 200 gli episodi nel 2024.
Proprio per questo le Aziende di Ferrara hanno deciso di agire mettendo a punto un piano molto dettagliato che coinvolge in modo sinergico tutti gli operatori.”
“Sono tanti gli attori che hanno contribuito alla stesura del piano – precisa Bentivegna – dalla direzione sanitaria alla direzione medica; dalla direzione infermieristica al servizio tecnico, al servizio prevenzione, protezione e risk manager. Le azioni messe in campo sono molto pratiche: si va dall’attivazione del servizio di vigilanza nei presidi ospedalieri del territorio (H24 su Cento e H12 notturno su Delta ed Argenta) fino a interventi di monitoraggio in quelle sedi ritenute più a rischio come i Pronto Soccorsi. E’ recente infatti – conclude il Direttore Sanitario – l’installazione di 26 telecamere nel Pronto Soccorso dell’ospedale di Cona e altre verranno inserite nelle prossime settimane oltre a pulsanti che consentono agli operatori di attivare in maniera molto rapida l’intervento delle forze dell’ordine in caso di pericolo concreto.”
“Nel corso del 2024 abbiamo registrato 218 aggressioni. La categoria più colpita – spiega Concetta Mazza Direttrice Servizio Prevenzione e Protezione Provinciale Aziende Sanitarie ferraresi – è quella degli infermieri: sono il 67%, il 16% riguardano invece medici e il 17% altri operatori sanitari” (va precisato che il personale infermieristico è quello più numeroso nelle Aziende). “Delle 218 situazioni analizzate, il 55% risultano essere aggressioni verbali. Il 14% verbali e fisiche e il 10% verbali e fisiche contro la proprietà. Dei casi evidenziati – rimarca la direttrice dell’ SPP – l’89% non ha causato danni fisici. Il 4% ha richiesto una visita medica per esiti minori e soltanto il 7% ha comportato necessità di trattamenti, quali trattamenti analgesici piuttosto che visite mediche o anche esami strumentali.”
“Un altro aspetto rilevante – continua Mazza – è che la prevalenza degli eventi aggressivi riguarda per il 76% la popolazione femminile” (le donne sono il 70% della forza lavoro in sanità).
Ma quali sono le azioni che le aziende ferraresi hanno messo in campo per prevenire gli eventi aggressivi e supportare i colleghi che hanno subito aggressioni? “Sono molte e importanti – sottolinea infine Concetta Mazza -. Tra queste anche la nascita del Gruppo Benessere, un gruppo multidisciplinare costituito da psicologi, tecnici della prevenzione e biologi. In questo ambito offre un supporto emotivo agli operatori che hanno subito aggressioni in ambito lavorativo. L’altra azione importante è quella della valutazione del rischio aggressioni sempre ai sensi del decreto legislativo 81 del 2008 che consiste nell’eseguire sopralluoghi negli ambienti di lavoro per valutare le eventuali fragilità organizzative e prevedere le giuste soluzioni”.
“Il fenomeno delle aggressioni rivolte al personale sanitario è un fenomeno purtroppo con un trend fortemente in crescita. La regione Emilia Romagna dal 2017 ha promosso un sistema di segnalazione puntuale attraverso le banche dati nazionali e regionali per monitorare il fenomeno ma soprattutto – precisa Marika Colombi Direttrice Assistenziale delle Aziende Sanitarie ferraresi – per introdurre sistemi di contenimento e di sicurezza per gli operatori.”
“Dal punto di vista del percorso sanitario molti strumenti sono stati introdotti. Uno fra tutti è il supporto psicologico nella fase immediatamente post-aggressiva attraverso organismi che ogni azienda ha strutturato al suo interno. Le due aziende ferraresi hanno poi istituito un piano interaziendale di prevenzione della violenza, uno tra i primi in Emilia-Romagna. Le azioni messe in campo – spiega Colombi – sono moltissime: dalla vigilanza al coinvolgimento del volontariato che può supportare e dare informazioni, fino agli interventi strutturali come ad esempio il miglioramento dell’illuminazione per le situazioni ‘a rischio’ durante i turni notturni o l’inserimento dei sistemi di videochiamata per un controllo all’ingresso dell’utenza.”
“Anche gli operatori sono formati per l’intercettazione di quelle che possono essere le problematiche, le situazioni potenzialmente critiche. Formati e informati – conclude la Direttrice Assistenziale – rispetto alle tecniche di riduzione della dinamica che può sfociare in casi di violenza. Il tutto è contenuto all’interno di un sistema di segnalazione, una piattaforma che si chiama SegnalER dove vengono inseriti tutti gli eventi aggressivi sia verbali che fisici per individuare aree dove intervenire”.
“Il 12 marzo ricorre la giornata per la prevenzione e l’educazione contro la violenza nei confronti degli operatori e purtroppo – commenta Daniele Cariani direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza delle Aziende Sanitarie ferraresi – abbiamo poco da festeggiare. Nonostante le misure di prevenzione, sia dal punto di vista giuridico che pratico, le aggressioni sono in aumento e il Pronto soccorso è uno dei luoghi maggiormente coinvolto da questo fenomeno”.
Chi è l’”aggressore tipo”? “Non esiste – spiega Cariani – ci sono pazienti con patologie particolari o sotto l’effetto di sostanze, ma c’è anche il cittadino comune che per motivi diversi pensa di essere autorizzato a contestare e aggredire venendo meno al rapporto di fiducia indispensabile che lega medico e paziente.”
E cosa accade alla macchina operativa quando si verificano questi episodi? Il direttore Cariani lo spiega in modo dettagliato: “Quando avvengono questo tipo di aggressioni il pronto soccorso si blocca creando rallentamenti e svolte interruzioni necessarie del servizio. La conclusione è la necessità che non venga mai meno il patto di fiducia fra le parti utilizzando empatia e competenza come strumenti di controllo”.
Tra le principali porte di accesso all’assistenza sanitaria dei cittadini ci sono sicuramente i Pronto Soccorso. “Sicuramente – sottolinea Erika Salvioli, che è la Responsabile Infermieristica e Tecnica dei Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza provinciali – si tratta di uno dei luoghi dove abbiamo la maggioranza degli eventi aggressivi contro gli operatori sanitari. I luoghi dove avvengono maggiormente questi eventi è il triage dove l’infermiere diventa la figura più vulnerabile”.
“A volte – continua Salvioli – c’è un po’ di paura nello svolgere questo lavoro e non ci dovrebbe essere perché l’intento principale è naturalmente quello di aiutare. Finalmente ci sono norme che ci tutelano e strumenti di controllo come le telecamere e sistemi di allarme che ci aiutano a svolgere al meglio le prestazioni. C’è poi una figura specifica, il ‘Flow Manager’ che gestisce tutto il flusso dei pazienti all’interno del pronto soccorso dall’ingresso alle dimissioni, anche le più complesse”.
Un sistema, quello della cura agli utenti, che ha bisogno di rimanere in equilibrio cercando di tutelare i professionisti e arginando le azioni violente. “Siamo passati da un periodo in cui il professionista sanitario era colui il quale salvava la vita, come durante il Covid, ad un momento in cui il professionista sanitario non è più capace di dare ciò che l’utente richiede. Una involuzione nel rapporto fra paziente e operatore sanitario – spiega Rosa Maria Gaudio, Risk Manager delle Aziende Sanitarie Ferraresi -. Esiste una violenza verbale, ma anche fisica e una violenza che si manifesta contro gli oggetti e le strutture dove l’utente manifesta un’incapacità all’adesione alle regole determinate dal tipo di situazione e contesto in cui ci si trova.”
La puntata è visibile sul canale YouTube Ausl Ferrara a questo link https://youtu.be/Ko7Az9HWmtk e sulle seguenti pagine Facebook: Azienda Usl Ferrara, Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna, Comune di Ferrara, Comune di Cento, Comune di Copparo, Comune di Codigoro, Ferrara Focus.