CCNL Sanità. Nursing Up: Noi pronti a trattare, ma purtroppo da ARAN nulla di nuovo

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De Palma: «Sulla parte economica, siamo (ed eravamo) ben consapevoli che le risorse sono quelle, infatti ne chiediamo una differente distribuzione, nel rispetto dei diversi  ruoli e differenti responsabilità del personale interessato. Anche sulla parte normativa siamo pronti a proseguire il confronto, purché l’ARAN sia disposto ad aperture reali che, al momento, non vediamo affatto».

Se l’incontro di oggi dovesse essere servito solo per poter dire di averci provato, senza la reale volontà di discutere per un contratto migliore,allora  Nursing Up porterà avanti le sue battaglie in ogni azienda e servizio del SSN, in sintonia con quello che i lavoratori ci chiedono di fare.

Si è riaperta nella giornata di oggi, dopo settimane di stallo, la tanto attesa discussione sul rinnovo del contratto del comparto sanità 2022-2024. L’ARAN non ha proposto nulla di nuovo. 

Il Sindacato  Nursing Up, esprime ancora una volta preoccupazione per l’assenza di evoluzioni concrete e ribadisce la propria disponibilità a trattare, purché si arrivi a reali riconoscimenti per gli infermieri, le ostetriche e tutti gli altri professionisti ex legge 43/2006.

“Le risorse disponibili per il CCNL 22/24 sono poche, ne siamo consapevoli, ma la loro allocazione poteva e doveva essere diversa,” dichiara De Palma. “Quegli 8 euro di differenza tra l’aumento di stipendio tabellare, di infermieri, ostetriche e altre professioni sanitarie, con le categorie sottostanti, pesano ancora oggi come uno schiaffo alle nostre professioni. Inoltre, l’aspetto normativo della bozza propostaci il 14 gennaio scorso, offre, invece, margini di cambiamento che l’ARAN sembra ad oggi non voler cogliere. Noi siamo pronti a trattare 24 ore su 24, ma al momento non abbiamo potuto far altro che prendere atto di una chiusura su tutti i fronti.”

Tra le richieste avanzate dal Nursing Up, emerge ancora una volta la necessità di garantire l’accesso all’area di elevata qualificazione a tutti i professionisti sanitari, inclusi coloro che possiedono titoli equipollenti riconosciuti dalla legge 42/1999, e non solo ai laureati magistrali. L’esclusione di questi ultimi rappresenterebbe una discriminazione inaccettabile e una penalizzazione ingiustificata per migliaia di lavoratori esperti. 

Sul fronte della formazione, Nursing Up ha chiesto di destinare due ore settimanali dell’orario di servizio (di 36 ore) all’aggiornamento ECM e 24 ore annuali aggiuntive rispetto agli altri dipendenti, considerando la specificità delle professioni sanitarie, che richiedono un costante aggiornamento.

Un altro punto critico riguarda gli operatori sanitari over 60: “Abbiamo chiesto che i colleghi over 60 possano essere esonerati dai turni notturni e dalla pronta disponibilità, su loro richiesta. L’ARAN ha risposto con una vaga disponibilità, lasciando, però, sempre nella bozza propostaci il 14 di gennaio scorso, la decisione finale alle aziende sanitarie, vanificando di fatto questa misura di tutela,” sottolinea De Palma. Ci vuole il riconoscimento di diritti concreti ed esercitabili dai dipendenti , e non mere possibilità . 

Per quanto concerne la questione economica, Nursing Up ritiene inaccettabile che, le risorse già disponibili nel CCNL 22/24, vedano gli aumenti tabellari previsti per gli infermieri e le ostetriche fermi a 135 euro lordi, con una differenza di soli 8 euro rispetto all’area sottostante degli assistenti. “Questa non è valorizzazione,” afferma De Palma. “Certo, dobbiamo continuare a chiedere maggiori risorse al Governo per il futuro, ma la quadra per la chiusura del CCNL 22/24 avrebbero potuto almeno provare a cercarla, distribuendo meglio quelle già disponibili, cosa che, invece,  si sono ben guardati dal fare. 

Si signori, per come la vediamo noi, l’ARAN ha fatto scelte discutibili, che altri sindacati sono pronti a sottoscrivere, ma che noi contestiamo , nella speranza e disponibilità, se davvero le trattative sono ripartite, di poterci lavorare”.

Il Nursing Up critica ancora una volta, aspramente, l’introduzione contrattuale della figura dell’assistente infermiere senza aver prima valorizzato e dato impulso alle funzioni degli altri professionisti sanitari nell’organizzazione delle aziende sanitarie, operatori in grado di esprimere elevate potenzialità da mettere a disposizione dei servizi e strutture del SSN. 

“Se mancano gli infermieri, le ostetriche e altri professionisti sanitari, pensiamo prima a incentivare la professione, garantendo stipendi adeguati e migliori condizioni di lavoro. Introdurre assistenti con poche ore di formazione non è la soluzione: il Servizio Sanitario Nazionale ha bisogno di infermieri qualificati, non di palliativi. E poi assistente infermiere? Assisterà chi se gli infermieri mancano drammaticamente all’appello?”.

Infermiere di famiglia: il grande assente

Un’altra grave lacuna del nuovo contratto riguarda il ruolo dell’infermiere di famiglia e di comunità. “Abbiamo chiesto con forza che questa figura venga riconosciuta e adeguatamente inquadrata nel contratto,” spiega De Palma. “Il PNRR ha previsto un potenziamento della sanità territoriale, ma senza un contratto chiaro per gli infermieri di famiglia, il rischio è che questa riforma rimanga solo sulla carta. 

Gli infermieri di famiglia svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione e nell’assistenza domiciliare, ma senza un adeguato riconoscimento contrattuale, come possiamo attrarre e trattenere professionisti qualificati?”. 

Ancor più di quanto previsto per gli assistenti infermieri (figura creata in base ad un Accordo Stato Regioni) qui c’è una legge che dal 2020 ne prevede e sostiene l’inserimento sul territorio. Ci chiediamo perché ad oggi non si tenga conto di tutto ciò.

Queste sono le criticità che Nursing Up ha voluto, ancora una volta, sottolineare al tavolo negoziale, precisando la propria volontà e ferma determinazione di proseguire le trattative, in piena coerenza con le proprie posizioni.

E’ necessario un cambio di rotta da parte dell’ARAN e delle Regioni. “Se la bozza di contratto resta così com’è, il sindacato non potrà accettarla. Siamo pronti a confrontarci 24 ore su 24, ma servono risposte concrete. Gli infermieri e le professioni sanitarie meritano il rispetto che finora non è stato loro riconosciuto. 

E se l’incontro di oggi fosse stato voluto solo per poter dire di averci provato, senza la reale volontà di discutere per un contratto migliore, allora noi non presteremo il fianco, e porteremo avanti le nostre battaglie in ogni azienda e servizio del SSN, in sintonia con quello che i lavoratori ci chiedono di fare”.

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