Professionisti Sanitari di origine straniera sempre più pilastro del SSN. Aodi (AMSI): Più di 2.780 strutture salvate nel 2024

Condividi:

Amsi-Umem-Uniti per Unire: “Il personale sanitario di origine straniera è un valore aggiunto per l’Italia, ma servono meno burocrazia e più inclusione. In Sicilia e altre regioni, il loro supporto è stato decisivo per evitare chiusure e garantire cure ai cittadini. Occorre l’impegno di tutte le parti in causa per un sistema sanitario più equo e integrato. Per noi di Amsi è  fondamentale eliminare l’obbligo cittadinanza per mettere sullo stesso piano tutti i professionisti sanitari, sia italiani che stranieri.”.

Le associazioni AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea) e il Movimento Internazionale Transculturale Uniti per Unire esprimono il loro pieno sostegno alle recenti dichiarazioni del Presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, Toti Amato, riguardo all’integrazione dei medici stranieri nel Sistema Sanitario Nazionale (SSN).

Il Prof. Foad Aodi, presidente di AMSI e UMEM, nonché membro del Registro Esperti FNOMCEO, sottolinea: “Condividiamo le preoccupazioni del Presidente Amato sulla necessità di garantire che tutti i professionisti sanitari operanti in Italia siano adeguatamente qualificati e iscritti agli Ordini professionali competenti. Questo è fondamentale per assicurare standard elevati di cura e la tutela della salute pubblica”.

AMSI, sin dalla sua fondazione nel 2000, ha costantemente dialogato con governi e regioni per semplificare le procedure di riconoscimento dei titoli dei professionisti sanitari stranieri ed eliminare l’obbligo della cittadinanza italiana per l’accesso alla professione. “I professionisti sanitari di origine straniera rappresentano un valore aggiunto per il nostro SSN”, afferma Aodi. “È essenziale snellire la burocrazia e facilitare la loro partecipazione ai bandi regionali, garantendo al contempo la verifica delle competenze e il rispetto degli standard professionali”.

La recente deroga al riconoscimento dei titoli nell’ambito del decreto flussi rappresenta un passo avanti, ma non è sufficiente. La Sicilia, in particolare, è tra le regioni più colpite dalla carenza di personale sanitario. AMSI ha più volte avviato dialoghi con il governo locale, raccogliendo le richieste dei professionisti sanitari per agevolare il loro inserimento. “Più di 2.780 tra strutture, dipartimenti e servizi non hanno chiuso nel 2024 grazie al contributo dei professionisti della sanità di origine straniera”, evidenzia Aodi. Oltre alla Sicilia, regioni come Lombardia, Veneto, Piemonte, Campania e Lazio hanno beneficiato significativamente del supporto di questi professionisti.

“Siamo i primi a chiedere, dal 2000, la verifica dei titoli e la conoscenza della lingua italiana per i professionisti stranieri”, ribadisce Aodi. “Ma è ora di dire basta alle discriminazioni. Dubitare delle competenze dei professionisti sanitari che arrivano qui aumenta i pregiudizi”

È fondamentale promuovere un’integrazione basata sul rispetto reciproco e sulla valorizzazione delle competenze, garantendo al contempo la sicurezza e la qualità delle cure offerte ai cittadini.

AMSI, UMEM e Uniti per Unire continueranno a collaborare con le istituzioni per promuovere politiche che riconoscano e valorizzino il contributo dei professionisti sanitari di origine straniera, assicurando procedure trasparenti e standard uniformi per l’esercizio della professione medica in Italia.

“Il personale sanitario di origine straniera è un valore aggiunto per l’Italia, ma servono meno burocrazia e più inclusione. In Sicilia e altre regioni, il loro supporto è stato decisivo per evitare chiusure e garantire cure ai cittadini,” dichiara il Prof. Foad Aodi, ribadendo l’impegno per un sistema sanitario più equo e integrato. Pieno appoggio, quindi, da parte nostra, all’appello del Presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo, Toti Amato, con cui collaboriamo da tempo, sullo snellimento della burocrazia per prendere parte ai concorsi. Per noi di Amsi è fondamentale, però, più che mai, eliminare l’obbligo cittadinanza per mettere sullo stesso piano tutti i professionisti sanitari, sia italiani, sia stranieri.”, conclude Aodi, augurandosi che queste richieste e criticità sollevate da Amsi vengano appoggiate anche dagli albi professionali e sindacati per rispettare i diritti di tutti. 

Così dichiarano i Consigli Direttivi, insieme al Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all’albo di Roma e del Lazio, ed esperto di salute globale, con il Dr Jamal Abo A., Vice presidente Amsi, 

Il Dr. Mihai Baleanu, Portavoce Amsi, il Dr. Kamran Paknegad, Segretario Generale Amsi, la Dr.ssa Eugenia Voukadinova, Vice Segretario Generale Amsi, Kamel Belaitouche, Coordinatore Organizzativo Uniti per Unire e il Dr. Nadir Aodi Podologo, Coordinatore Commissioni “Podologi” e “Nuove Generazioni” di AMSI, Uniti per Unire e UMEM.

Notiziario

Archivio Notizie