Nel grande intervento chirurgico avvenuto a Cittadella, la radiologia interventistica è stata un elemento chiave per il successo della procedura. I dottori Alberto Stellato e Mirko Lazzarin della Radiologia dell’Ospedale di Camposampiero, si sono uniti alla equipe chirurgica del dr. Recordare per eseguire un’embolizzazione intraoperatoria selettiva dei rami segmentari del ramo portale destro. Questo approccio avanzato ha permesso di migliorare il controllo del flusso ematico, stimolare una rigenerazione ottimale del fegato residuo, cruciale per garantire la funzionalità epatica tra le due fasi dell’intervento.
Una rigenerazione epatica senza precedenti. Uno dei vantaggi principali della tecnica ALPPS è la capacità di accelerare significativamente la rigenerazione del fegato residuo. Come spiega il dottor Alfonso Recordare, direttore dell’équipe chirurgica: “Con gli approcci più tradizionali, l’ipertrofia epatica richiederebbe settimane. Questo aumenta il rischio che il paziente non possa essere più operato, per progressione della malattia o per insufficiente rigenerazione della parte da preservare. Al contrario, con la divisione del parenchima e l’embolizzazione portale mirata, abbiamo ottenuto risultati straordinari in meno di dieci giorni”.
Un intervento che guarda al futuro. Sebbene inizialmente considerata una procedura estrema, la tecnica ALPPS si è evoluta grazie a migliorie nella gestione perioperatoria. Tra i progressi più rilevanti: protocolli anestesiologici avanzati, implementati sotto la guida del dottor Guido Di Gregorio, per minimizzare i rischi di instabilità emodinamica, tecnologie di imaging di ultima generazione, fondamentali per pianificare l’intervento con estrema precisione, la sinergia tra diverse discipline mediche, anche con gli emodinamisti e gli esperti della coagulazione che ha permesso di ottimizzare il percorso terapeutico del paziente nella difficile fase tra i 2 interventi.
Un’opportunità per pazienti selezionati. Sebbene ALPPS fosse in passato considerata una tecnica estrema, oggi l’esperienza accumulata e i progressi nella gestione perioperatoria ne hanno migliorato sicurezza ed efficacia. Tuttavia, rimane riservata a pazienti attentamente selezionati. “Non vogliamo creare false speranze – ha sottolineato il dottor Recordare – Questa procedura è indicata solo in pochi casi specifici, dove rappresenta una concreta opportunità terapeutica”.
Un modello per la rete oncologica. Questo intervento testimonia l’impegno dell’Ulss 6 nell’offrire trattamenti oncologici di eccellenza anche nei centri territoriali. Come sottolineato dai dati scientifici, i migliori risultati clinici non dipendono tanto dalla dimensione degli ospedali, quanto dalla competenza e dall’affiatamento dei gruppi multidisciplinari.
L’esperienza dell’Ospedale di Cittadella dimostra che la collaborazione tra professionisti e l’adozione di tecniche all’avanguardia possono affrontare con successo anche i casi più complessi, migliorando la qualità della vita dei pazienti.